SEX WORKERS SPEAK OUT: per i diritti e contro la criminalizzazione

Abbiamo scelto di celebrare il 2 giugno, la giornata internazionale dex s3x work3r, con un incontro interno alla nostra comunità, per creare un luogo di cura e confronto tra pari in cui mettere al centro le nostre vite e il lavoro, e riflettendo su come la criminalizzazione in ogni sua forma agisca negativamente sulle nostre esistenze.

Il 3 giugno a Bologna collettivi, associazioni e singole s3x work3r si riuniranno per un incontro pubblico nazionale:  “Sex Workers Speak Out. Contro la criminalizzazione, per i diritti”.

Nella prima parte della giornata alle ore 10.00 è prevista una conferenza stampa aperta al pubblico con la presentazione dei contenuti principali.

L’incontro è promosso e organizzato da associazioni e gruppi di sex worker in Italia, che, dopo circa vent’anni dall’ultima volta, riprenderanno collettivamente e pubblicamente parola per risollevare e ridiscutere la questione del lavoro sessuale.

BOLOGNA, 03 GIUGNO 2023 / SALA BORSA / AUDITORIUM ENZO BIAGI  (piazza del Nettuno, 3) 

SEX WORKERS SPEAK OUT: CONTRO LA CRIMINALIZZAZIONE, PER I DIRITTI

9.00 – 9.30 APERTURA SALA E ACCOGLIENZA

9.30-10.00 WELCOME
Pia Covre, Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute
Porpora Marcasciano, Consigliera Comune di Bologna
Sabrina Sanchez, ESWA European Sex Workers’ Rights Alliance

10.00-10.30 CONFERENZA STAMPA PUBBLICA

Le voci dell3 sex worker:

Associazione SWIPE, Sex Worker Intersectional Peer Education
Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute
Ombre Rosse, Collettivo Transfemminista di Sex Worker e Alleate
MIT Movimento Identità Trans

10.30-12.30 POLITICHE CONTRO LA DISCRIMINAZIONE E LO SFRUTTAMENTO

Intervengono:

Organizzazioni di Sex worker
Giulia Crivellini, Associazione Certi Diritti
Sandro Gallittu, CGIL Ufficio Nuovi Diritti
Tina Marinari, Amnesty International Italia
Andrea Morniroli, Cooperativa Sociale Dedalus

Ivonne Panfilo, Università RomaTre, Clinica legale diritti immigrazione cittadinanza
Giorgia Serughetti, Università di Milano Bicocca
Maria Virgilio, Gruppo Esperte/i contro sfruttamento e tratta

Modera Giulia Garofalo Geymonat, Università Ca’ Foscari Venezia

12.30–14.00 PAUSA PRANZO

14.00 – 16.30 PRATICHE E PENSIERO PER I DI

RITTI

Intervengono:
Organizzazioni di Sex worker
Maurizio Braglia, Regione Emilia Romagna, Progetto Oltre La Strada
Renato Busarello e Babs, Laboratorio Smaschieramenti, Tavolo Lavoro Stati Genderali
Wissal Houbabi, Coordinamento Antirazzista Italiano
Mazen Masoud, Movimento Identità Trans, Sportello Migranti

Orlando Associazione Femminista e di Donne

Arlen Palestina, Brigada Callejera (Messico)
Tamar Pitch, Rivista Studi sulla Questione Criminale, Carocci
Valeria Ruggeri, Centro Donna Giustizia Centro Antiviolenza D.I.Re.
Modera Giulia Selmi, Università di Parma

L’incontro è aperto alla cittadinanza interessata, alle esperte ed esperti e alla stampa, e vedrà l’intervento delle organizzazioni di sex worker e delle associazioni che le sostengono nella lotta per i diritti e contro la criminalizzazione.
Qui il programma in pdf

Per l’accreditamento stampa, si prega di compilare questo modulo (anche per richieste di  partecipazione da remoto).
Per Info: sexworkerspeakout@gmail.com

Al termine dei lavori congressuali, ci sarà un corteo cittadino autorganizzato
(concentramento alle ore 17.30 in piazza del Nettuno).

(Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute ApS – CDCP ApS, PADOVA HARDCORE & S.W.I.R., Kinky Girls, Movimento Identità Trans – MIT, Ombre Rosse e SWIPE Sex Workers Intersectional Peer Education)

 

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17 dicembre – Giornata internazionale contro la violenza sull3 S3x Worker.

Questa giornata ci dà l’occasione per ribadire che il sex work è lavoro. Ed è partendo da questa premessa, per noi insuperabile, che dobbiamo leggere la natura della violenza sull3 sex worker: sopruso e stigma indotti da un sistema sociale ed economico prevaricatore, fondato ad uso e consumo della piramide patriarcale classista e razzista, che sacrifica sull’altare del capitalismo ogni soggettività ed ogni minoranza non soggiogabile.

La violenza contro l3 sex worker è anche il risultato di una società che non ci riconosce come lavorator3 e che ci vuole invisibilizzare stigmatizzandoci, censurandoci, gettandoci ai margini priv3 di qualsiasi tutela; esponendoci consapevolmente a qualsiasi rischio. Lo abbiamo visto durante questi anni di pandemia Covid-19 in disagio, povertà, mancanza di tutele e ammortizzatori sociali che ha travolto le persone più marginalizzate, tra cui un alto numero di sex worker, molte delle quali migranti e sole. Ma la pandemia ha solo evidenziato questi problemi e portati all’eccesso.

È violenza sistemica, che si nutre delle politiche securitarie e perbeniste, tese a colpire noi, il nostro lavoro e la nostre fonte di reddito, i nostri rapporti nel tentativo di annientare la nostra esistenza stessa.

Non ci stanchiamo di dire, allora, che è proprio la mano del patriarcato – violenta, maschilista, classista, razzista- a ucciderci in modo seriale e sistematico, come successo a Roma poche settimane fa.

Ed è sempre la voce moralista del patriarcato a spingere verso gli approcci repressivi ed abolizionisti che criminalizzano il nostro lavoro, spingendoci ancora più lontan3 da ogni possibilità di tutela giuridica.

I dati che abbiamo sono pochi soprattutto perché viviamo nell’invisibilità e non possiamo dare una restituzione numerica delle violenze, delle aggressioni, delle uccisioni.

Sappiamo dai dati del Tgeu che il 43% delle donne trans che sono state uccise erano s3x worker. Che non abbiamo alcun tipo di tutela e spesso nessuna forma di solidarietà fuori dal movimento.

Quello che vogliamo rivendicare oggi, nella Giornata internazionale contro la violenza sull3 Sɜx Workers, è che la lotta contro questa violenza è una battaglia intersezionale; e va combattuta in concreto, creando rete, resistenze, mutualismo, supporto e favorendo quegli strumenti di riduzione del rischio, di fuoriuscita da tratta e sfruttamento, di lotta allo stigma e alla violenza.

La violenza contro l3 sɜx worker va combattuta uscendo dalle narrazioni e dalle costruzioni astratte e strumentalizzanti; ma sostenendo in concreto noi sɜx workers e riconoscendo il sɜx work come lavoro a tutti gli effetti.

La violenza contro l3 sɜx worker va combattuta ogni giorno fornendo risposte concrete ad esigenze concrete.

Ci battiamo ogni giorno contro ogni forma di abuso, sfruttamento, tratta e coercizione e ci batteremo affinché si ponga fine a ogni tipo di violenza e sfruttamento. Ci battiamo per una politica che includa le voci e i bisogni di chi vende sesso per vivere e che sostenga e dia opzioni concrete, diritti, supporto e documenti a chi deve e vuole migrare per sopravvivere, per cercare una vita migliore e per fuggire da fame e guerra.

Decriminalizzazione del sex work, decriminalizzazione della migrazione.

 

(Questa grafica è stata realizzata per la campagna di crowdfunding “Nessuna da sola”: il supporto alle persone che lavorano nel sex work può essere fatto in diversi modi. Contro lo stigma, contro ogni forma di violenza)
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Tutte le sex workers uccise sono nostre sorelle

Prendiamo parola dopo l’ennesima notizia di cronaca nera che ci riguarda, l’uccisione di tre donne sex worker a Roma, il 16 novembre. Quest’anno, come ogni anno, sono tantx, troppx di noi ad averci lasciato. Sono mortx nell’indifferenza di (quasi) tuttx, probabilmente anche la vostra. Uccisx dalla violenza di un sistema puttanofobico e sessuocentrico, da clienti, amanti, conosciuti o sconosciuti che pensano che le nostre vite non valgano nulla perché siamo solo puttane. E a chi importa della morte di una puttana?

Non riusciamo nemmeno a contare il numero delle aggressioni, delle violenze, degli stupri, delle morti di sex worker che nel 2022 hanno riempito i giornali. Non riusciamo nemmeno a immaginare quelle che non ci sono finite, perché la maggior parte delle violenze contro di noi accade in silenzio e persino noi stessx abbiamo paura di parlarne. La violenza, lo stigma e la repressione che viviamo ci isolano e aumentano la nostra vulnerabilità. Siamo spesso ai margini e cumuliamo oppressioni che nel sex work esplodono, ancor più perché il nostro lavoro é stigmatizzato e non riconosciuto. Siamo ovunque, eppure nessuno ci vede. Tranne quando serviamo come pedine da giocare nel dibattito pubblico per giustificare azioni o leggi repressive per “proteggerci”, in nome di un paternalismo nemmeno troppo celato che vorrebbe avere il controllo sui nostri corpi.

Anche il linguaggio che si usa per definirci ci offende. Di FEMMINICIDIO si tratta! L’interesse pruriginoso per la realtà delle sex worker cinesi, i numeri e i dati… No, non serviamo solo a darvi questi dati Le tre colleghe uccise erano lavoratrici sessuali. Sono state uccise sul luogo di lavoro. Onorate la loro memoria e non chiamateci con degli appellativi che non ci rappresentano.
La morale, il pudore e il rigore cattolico generano mostri che attentano alle nostre soggettività e alle nostre vite. Vogliono tenerci zitte e buone, mere statistiche su fogli di carta, ben distanti dalla realtà e dalla materialità delle nostre esistenze. Ma non resteremo in silenzio a osservare questa lista di tragici eventi allungarsi. Non basteranno lo stato, la chiesa o il patriarcato per farci smettere di esistere e di gridare la nostra rabbia.

Siamo qui e siamo vere, tutti i giorni. I nostri corpi attraversano queste strade, queste stanze. Siamo stanche di ritrovarci a piangere la vita di sorelle, amiche, conoscenti e amanti. Siamo stanche di dover avere paura, consapevoli di poter essere un giorno piante a nostra volta.
Per l’insieme di tutte queste ragioni ci troverete in piazza, alla manifestazione di Non Una di Meno del 26 novembre a Roma. Perché la violenza contro di noi è parte integrante della violenza patriarcale. Perché siamo parte del movimento transfemminista. Perché siamo stanche, e terribilmente arrabbiate.

Carol, Nevila, Sabah, Camilla, Vanesa, Marta… e tuttx voi di cui non conosciamo il nome. Vi portiamo tuttx nei nostri cuori, questo grido di dolore e di rabbia è per voi. Rest In Pride.

Ombre Rosse

ADESIONI (in aggiornamento):

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