Vademecum per sex worker e solidali

Questo è un brevissimo testo per tutte/i coloro che sono sex worker o alleate e che vogliono supportare e contribuire alla lotta per i diritti delle/dei sex worker.

STIGMA 
Lo stigma uccide e non è uno scherzo, per questo, come sex workers, ci costruiamo spesso una vita parallela. Lo stigma può distruggere la vita di una persona, gli affetti, la possibilità di cambiare vita; contribuire a molte paure, tra cui la paura di essere giudicate e di perdere la propria credibilità.
Per questi e molti altri motivi che hanno effetti negativi nelle nostre vite, abbiamo bisongo di discrezione e di *estrema riservatezza*.

Cosa vuol dire uno spazio/relazione CONFIDENZIALE?
Se sei unx alleata o, anche, sex worker:

  • Stai sempre molto attentx a non rivelare e divulgare informazioni e confidenze riguardo una persona, un* conoscente, una persona a te cara che pratica il lavoro sessuale: rispetta la privacy e il suo diritto a decidere se e come e con chi parlare di sé.
  • Aspetta SEMPRE che sia lei/lui stessx a esporsi, a raccontare o a identificarsi. 
  • Non chiedere, non fare domande: NON spingere nessunx a dichiararsi.
  • Aspetta che la stessa persona ti dia informazioni, sempre se vuole… In fondo, perché hai la curiosità di saperlo? 

I NOMI – le identità clandestine 

  • Nel caso una persona si presenti a un’altra con un nome diverso da quello che conosci o con cui si è presentata: non svelare il loro nome “vero” o il nome con cui si è presentata a te. 
  • Cerca di non svelare l’identità vera, ma neanche quella con cui lavora! 🙂 

Non si tratta di nascondere ma di rispettare la vita delle persone, perché riconosciamo tutti i rischi e la violenza della stigmatizzazione. 

Riservatezza online 
Anche lo spazio virtuale può essere uno spazio non sicuro: evitate di fare domande o porre questioni che possono mettere in una condizione difficile il collettivo. 

Riservatezza sui media 
Se ti consideri femminista ma sei un’abolizionista e ci trovassimo a manifestare per motivi antagonisti, non riprenderci in volto; se ci conosci non urlare il nostro nome, NON FARE OUTING al nostro posto. 

La SOLIDARIETÀ 
Se vuoi dare solidarietà a una lotta, non prendere parola al posto di chi vive una determinata oppressione ma sii il megafono della sua voce. Rompi l’isolamento e l’invisibilità prendendo parola. Prova però a non farlo facendo l’opinionista sui social bensì nelle strade, parlando con le persone in modo da contribuire a rendere la strada un posto il più possibile safe per le persone che, a causa della loro oppressione, in strada sono più vulnerabili.

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